29.4.14

Black. Leopard.


Leopard. Perché prima o poi cediamo tutti. Alla dieta, alla cioccolata, a quel vestito bello e impossibile come quell'uomo. Al trend del momento, o di qualche stagione fa. E io, che sono sempre in ritardo, arrivo ora. Con una borsa in cavallino e un paio di jeans strappati. Ma quelli strappati perché sono stati vissuti- e non da me.














Blazer: Zara
Top: vintage
Bag: Modah
Shoes: Lolita Milano

24.4.14

God Bless Zara. Sempre e comunque.



Amen. Perché se non esistessi tu, Zara (ma anche Mango ed H&M), andresti inventata. Pronta- nemmeno fosse la tua migliore amica- a risolvere problemi di ogni sorta, siano essi il colloquio di lavoro, la serata in lungo o il pic nic con amici. Almeno dalle dieci di mattina alle sette e mezzo di sera- orario continuato-, tu ci sei sempre. Con i capi basic, con il vorrei-ma-non-posso da passerella rivisitato in chiave low cost, con le manie e i trend del momento che basta solo decidere visto che c'è l'imbarazzo della scelta, con tacchi di ogni sorta, forma, colore e altezza (ma non ti sperare di trovare un dodici centrimetri comodo quando è la stagione delle decolletè a punta e senza plateaux perché potresti rimanere delusa). 
 A te che con i crop top ci hai fatto venire il mal di reni ed era tutto un ruggire quando c'era il trend del leopard print, a te che "mi servirà una guaina e pure una panciera per entrare in questa pencil skirt in latex" e agli sconti del 23,74% così la tee che mi piaceva tanto veniva 9,95 precisi precisi. 
A te che ogni tanto io ci vado sempre nel reparto bimbi per vedere se mi entra almeno un trench tredici/quattordici anni e alle capatine nel reparto uomo per qualche camicia bianca larga, perché non avrò più un fidanzato ma diamine non potete togliermi anche questo piccolo grande lusso. 
A te che grazie a Dio come minimo ci sono trentacinque paia di jeans tra cui scegliere ma alla fine a me ne sta bene solo uno- massimo due- e chiaramente è sempre il più caro, a te che hai reso la prova in camerino persino più temibile del primo incontro con al futura suocera (ovviamente però il look lo hai comprato lì). 
A te che io penso che tra me, mia madre e mia sorella abbiamo cardigan e maglioncini con bottoni più o meno di tutti i colori, forse manca solo quello marrone ma, mica per altro, è che sbatte un po' come colore. A te che le tute lunghe, come te, nessuno mai. 
A te che ogni volta che entro comprerei veramente quasi tutto in tutti i colori disponibili, perché io sono certa che quel tubino attillato in giallo limone mi servirà per un garden party insieme alla giacca con le maniche a sbuffo azzurro cielo e a quei sandali nude in argento che ancora non capisco come mai non sono già nel mio armadio. 
A te che hai le statement necklaces più pese in circolazione e quasi con la stessa cifra mi ci compro un cappottino. A te che una volta con cento euro ti ci rifacevi non un look ma due e adesso riesci a prenderci solo una camicetta in seta e un jeans- se ti va bene. 
A te che questa primavera mi hai fatto venir voglia di bruciare tutto ciò che di nero ho nell'armadio (e a quel punto il "non so cosa mettere" avrebbe un senso) perché voglio riempire la mia vita di colori, dal fucsia all'ocra brillante, e lo stesso voglio fare con le fantasie a fiori, le paillettes e le gonne a sbuffo in neoprene. A te che questa primavera/ estate il bianco is the new black per davvero e che le giacche strutturate non sono mai abbastanza, esattamente come le tutine corte e i pantaloni pigiama. 

A te, Zara, persino con le interminabili code il sabato pomeriggio con soli sei capi in mano quando ne avresti altri ventiquattro da provare e non hai nessuno che ti aiuti, a te con tutti i tuoi difetti e quella insana mania di spostare sempre tutto ogni settimana così devo iniziare la ricerca da capo e trovo sempre qualcosa che mi piace da aggiungere alla lista che ormai è lunga quanto un papiro egizio, a te che una volta eri low cost e ora mi viene da ridere ogni volta che guardo un cartellino, dico comunque grazie. 

Perché se tu non esistessi andresti davvero inventata.
























19.4.14

Elogio alla discoteca


All night long. Se c'è una cosa che mi piace proprio tanto della vita, insieme alla valdostana, al mare, la primavera e il mio compleanno (più varie ed eventuali), quella è ballare. Ballare qualsiasi- o quasi- tipo di musica: basta che mi travolga, coinvolga, stravolga. Ballare da quando entro fino a quando non mi buttano fuori perché è ora di andare a letto, anche se fuori ormai c'è già luce in cielo- della serie che forse dovrei smettere di vedere così tante albe e iniziare a vedere più mattine. Ballare sulla pista, al centro, perché generalmente c'è più posto e a me piace potermi muovere liberamente, su un cubo che se vuoi lasciarmi lì stai tranquillo che mi ci ritrovi, sui tavoli e sui banconi ma solo quando me lo permettono. Ballare come se tu non fossi reduce da sei ore di lavoro il venerdì e le ginocchia non gridassero pietà quando vai giù e torni su, mani al cielo non si bara. Ballare con le amiche perché io in discoteca con un uomo non ci vado proprio, io ci vado perché voglio divertirmi e liberare tutta l'energia accumulata dopo una settimana di studio e tu caro tipo che ti approcci a me facendomi sentire " 'a presenza", senza neppure avermi detto il tuo nome, non hai proprio capito una ceppa. Che poi pensano veramente che funzioni e si incazzano pure se ti giri e dici "no grazie". Anzi in realtà io neppure gli rivolgo la parola: mi basta uno sguardo.
Ballare la mattina, il pomeriggio mentre rimetto a posto la camera, la sera, la notte, all'alba. Con i tacchi sempre e comunque, ma se mi vuoi invitare sulla spiaggia me li tolgo e ballo pure a piedi nudi.
Che se ci sono poche certezze nella vita, tra cui la morte e le tasse (cit) una di quelle è "dov'è Vittoria?".

"Sulla pista che balla"










16.4.14

Notti di gala


Gala. Un venerdì, uno dei tanti. Uno dei pochi in cui non ho lavorato, e la serata alternativa me la sono scelta bene.
In lungo, come mi piacerebbe che fossero più spesso le feste- perché va bene il mini dress e la musica che ti stordisce, ma ogni tanto gustare un divertimento più raccolto e quasi d'altri tempi è sempre affascinante.
Una cena alle otto, una scalinata con un tappeto cremisi, ragazze in abito da sera e capelli freschi di parrucchiere, ragazzi in smoking che se c'è una cosa dannatamente sexy nella vita per me è il papillon sciolto a fine serata.
Bicchieri che fanno rumore durante i brindisi- numerosi- e che vengono vuotati in fretta, risate, discorsi ufficiali, camerieri in divisa bianca e candelabri sui tavoli. Un bar, un terrazzino annebbiato dal fumo di sigari e sigarette, i tacchi che fanno rumore sul pavimento in parquet, gli scialli e la seta delle stole che svolazza e scivola dalle spalle.

Seta che scivola come quella del mio vestito, il primo lungo fino ai piedi ma come sempre cucito da Daniela (e dovete solo aspettare di vedere cosa ho in progetto per la mia festa di compleanno), bravissima e velocissima: perché in un paio di giorni, tra un pranzo di pesce e l'altro è riuscita a farmi innamorare di nuovo. Di lei e di ciò che crea.

Infine un grazie anche alla dolcissima Livia che, come tutte le padrone di casa che si rispettino, durante questa festa meravigliosa non si è seduta neppure un attimo per assicurarsi che ogni persona fosse a proprio agio, girando tra i tavoli con il suo favoloso abito rosso, esattamente come lei: bello, acceso e brillante.



















Dress: thanks to Daniela Colò
Shoes: Primark
Lipstick: Sephora 
Earrings: Primark